Borgonovo aveva comunicato al mondo di intero di essere ammalato il 5 settembre 2008, la nazionale era in ritiro per preparare due incontri validi per le qualificazioni ai mondiali 2010 e la notizia sconvolse l’ambiente con Cannavaro e Buffon che si dissero molto preoccupati per la cupa associazione che si stava venendo a creare tra questa terribile malattia e quello che per molti è lo sport più bello del mondo. Prima di lui erano stati colpiti dalla SLA anche altri ex calciatori, pensiamo a Luca Signorini storico capitano del Genoa. Il 21 settembre la neonata fondazione organizza a Como, in occasione dell’incontro tra i lariani e la Canavese, il primo evento di raccolta fondi. Ne saranno seguiti tanti, tra cui quello del Franchi di Firenze dell’8 ottobre dello stesso anno, una partita tra vecchie glorie e giocatori in attività di Fiorentina e Milan, le due squadre a cui più Borgonovo aveva legato il suo nome.
Tutti uniti per Stefano Borgonovo
Si è arrivato così a quello che era diventato un appuntamento fisso, “Uniti contro la SLA“, partite con le quali si cercava di sensibilizzare il mondo sull’importanza della ricerca per trovare una cura alla malattia. Borgonovo in questi anni ha sempre dimostrato di avere una forza incredibile, non ha mai rinunciato alla sua ironia ed è proprio questo che rende la sua opera importantissima, aveva collaborato anche con la Gazzetta dello Sport offrendo approfondimenti su quello che, nonostante tutto, era rimasto il suo vero amore, il calcio. Il suo ultimo articolo è dello scorso 8 giugno e si era complimentato con Galliani per la decisione di trattenere Allegri in rossonero.
In carriera aveva esordito con la maglia del Como, ancora diciassettenne questo ragazzo di Giussano faceva il suo esordio in Serie A in occasione della sfida contro l’Ascoli. Nelle due stagioni successive continua ad indossare la maglia azzurra giocando in Serie B. Passa un anno alla Sambenedettese prima di tornare alla base, di nuovo in Serie A, nell’arco della stagione realizza 10 gol e questo basta a convincere il Milan a investire su di lui. Non sbarca però a Milanello, resta ancora due stagioni al Como, prima di essere girato in prestito alla Fiorentina. In Toscana trova una seconda casa, fa coppia in attacco con Baggio, a cui rimarrà molto legato, e i tifosi della Fiesole sognano grazie ai gol suoi e del numero 10, insieme i due mettono a segno 29 dei 44 gol totali della squadra.
Il Milan lo rivuole e lo riporta così in rossonero, nonostante le esplicite richieste del giocatore di restare in viola. Riesce a lasciare il segno, i tifosi non dimenticheranno mai la doppia sfida in semifinale contro il Bayern Monaco: all’andata la squadra di Sacchi vince per 1-0 grazie ad un rigore di Van Basten fischiato proprio per un fallo su Borgonovo, al ritorno è sua la firma sul 2-1 che consente ai rossoneri di volare in finale e di vincere poi la Coppa dei Campioni. Al termine della stagione ritorna a Firenze, è il primo acquisto della gestione Cecchi Gori. Resterà sulle rive dell’Arno per altre due stagioni, prima di trasferirsi a Pescara e poi ancora a Udine dove chiuderà la carriera, dopo una breve parentesi a Brescia. Appesi gli scarpini al chiodo inizia a muovere i primi passi da allenatore lavorando con le giovanili del Como, poi la malattia che gli ha cambiato la vita.
Stefano Borgonovo, le immagini più belle
Borgonovo lascia la moglie Chantal e i quattro figli Andrea, Alessandria, Benedetta e Gaia, il mondo del calcio si sta stringendo intorno a loro e sono gli molti i messaggi di cordoglio. È a loro che va il pensiero in un giorno così triste, ma serve forza, la stessa che ha sempre avuto Stefano per continuare a vivere e a lottare, come avrebbe fatto lui, per continuare il percorso intrapreso nella dura lotta contro la SLA. Per il mondo del calcio tutto oggi è un giorno di lutto, la nazionale questa sera giocherà contro la Spagna con il lutto al braccio e ha chiesto formalmente alla Fifa di poter osservare un minuto di silenzio prima del fischio d’inizio. Ciao Stefano.
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